24/6/2010
Bindi: «Contenta, i signorsì non hanno trionfato»
di Giovanna Casadio - da La Repubblica
«Bene che a Pomigliano non ci sia stato un plebiscito coatto di sì». A Rosy Bindi, presidente del Pd, piace parlare chiaro. E quindi, con franchezza, riconosce il valore «di quasi il 40% di no» al referendum. Ammette di essere contenta.
Presidente Bindi, lei ha tifato per i no?
«Non tifo mai sulla pelle delle persone. La vittoria dei sì cí dice che la Panda deve andare a Pomigliano ma la percentuale di quasi il 40% di no dimostra che l'accordo va considerato con grande serietà perché presenta punti che non vanno, di cui bisogna essere consapevoli nell'interesse di tutti».
È pericoloso il modello-Pomigliano?
«Non è pensabile che con un accordo aziendale si deroghi alla Costituzione e alle leggi. Mi riferisco al diritto di sciopero, ai congedi per malattia e ai permessi elettorali. Questo strappo non può essere preso a cuor leggero, come bere un bicchiere d'acqua fresca ad agosto. Sui turni di lavoro è stata accettata una richiesta molto pesante, già applicata a Melfi, è vero, ma mai accompagnata a una deroga di diritti individuali così importanti».
Davanti al piano Fiat in questa vicenda sono stati molti "i signorsì"?
«L'atteggiamento di adesione acritica è stato diffuso. È chiaro che tutti noi vogliamo quell'investimento ma altrettanto importante deve essere la chiarezza sui punti che non vanno».
Il segretario del Pd Bersani ha ribadito soltanto che l'accordo Fiat non deve fare scuola: non è un po' poco per un partito del lavoro?
«Bersani non ha detto solo questo. Di fronte al cambiamento delle relazioni sindacali e industriali prodotto dalla globalizzazione c'è bisogno di un nuovo quadro di regole che non contrapponga il diritto al lavoro con i diritti del lavoratori. Altrimenti è possibile che il modello Pomigliano si estenda ad altri stabilimenti Fiat e altri settori industriali. Invece di portare il diritto degli europei in Cina si rischia di importare la negazione dei diritti dei lavoratori cinesi in Europa. Questo al govemo sembra andare bene ma il Partito democratico, partito del lavoro, deve elaborare, in autonomia dal sindacato e dagli imprenditori, una nuova sintesi tra crescita economica elavoro, per attuare i principi della Costituzione in questo nuovo tempo».