sabato 29 settembre 2012

CE LO CHIEDE L'EUROPA ..................

pubblicata da Minin Ladi
il giorno Domenica 30 settembre 2012 alle ore 4.38 ·
Guardo il “quadro” desolante del nostro paese e rimango perplesso, deluso, arrabbiato … prima lo scandalo Penati, poi quello della Lega Nord e i Bossi, a ruota quello Lusi e la valanga di miliardi spariti nella Margherita, un partito che da 10 anni già non esisteva ma continuava ad incassare soldi, poi subito dopo lo scandalo Fiorito-Polverini-Lazio (solo per citare gli ultimi scandali eh), ma ti guardi intorno e vedi che il Pd, secondo i sondaggi più accreditati, viene dato ancora al 28%, il Pdl intorno 20% ect ect … e ti chiedi, ma come cazzo è possibile? Questi più ci fottono e più li votano?
Perchè poi ci ripensi e ti rendi conto che ti fottono due volte, prima te li rubano e poi arriva il belloccio di turno e ti promette, promette promette … ma alla fine cosa raccogliamo?
Aumento delle tasse, riduzione dei stipendi, delle pensioni ect ect e noi che stiamo ancora qui ad aspettare con ansia la riduzione del numero dei parlamentari, dei loro stipendi, delle pensioni, il taglio delle auto blu, delle Province (ormai finite nel dimenticatoio), dei finanziamenti pubblici (che va ricordato abbiamo già abrogato nel ’93 con un referendum in cui hanno votato 30 milioni di Italiani), per non parlare dell’ 8 per mille alla Chiesa, mentre chi magari ha fatto sacrifici una vita per comprarsi una casetta adesso viene ammazzato di tasse sulla proprietà … e quando invece si tratta di buttare nel cesso l’articolo 18 dei lavoratori o ridurre le pensioni dei poveracci, che già prendono 400 euro al mese, non esiste vincolo, non esiste impedimento, va fatto subito, “ce lo chiede l’Europa” … svegliamoci prima che sia tardi!
Da stopcensura.com Ce lo chiede l’Europa…. 29/09/2012 di triskel182

martedì 25 settembre 2012

PARTITO DEI LADRI

Federico Ferme
(che non è solo PDL .....)
"... In Lombardia PD, PDL e LEGA NORD, non vogliono mostrare ai giornalisti gli scontrini. “Sono cose nostre, c’è la privacy”, dicono all’unisono, sorvolando sul fatto che pranzi e riunioni saranno pure loro, ma i soldi, almeno quelli, sono dei contribuenti. ..."
" ... Servono atti immediati. Almeno tre.
Il primo: Polverini e gli altri consiglieri devono rendere tutto quello che, a vario titolo, hanno incassato. Non perché sia più tempo di gesti simbolici, ma perché con quei soldi si potrà molto più concretamente restituire ai disabili i servizi sociali tagliati dalle Asl del Lazio ed evitare di far pagare loro il ticket.
Il secondo: a Roma, nelle segreterie dei partiti, è saggio che quei politici capaci di conservare ancora la testa sulle sulle spalle comincino finalmente a fare dei calcoli. Attendere che il disastro arrivi dalla periferia al centro – ancora oggi i gruppi del Senato non vogliono controlli su 22 milioni di euro – non conviene. Più furbo e utile, anche per loro, è anticipare la piena. Senza parole, leggi o riforme, a cui a questo punto non crede più nessuno. Ma solo con i comportamenti. Con cose semplici del tipo: rendere pubblica in Rete tutta la contabilità, vietare ai propri eletti di accedere ai rimborsi regionali e magari obbligarli a dirottare parte dei loro super stipendi ai disoccupati.
Il terzo: ci vuole un intervento del governo. Sappiamo infatti bene che, tra i nostri sedicenti rappresentanti, saranno in pochi quelli disposti, solo su base volontaria, ad autoridursi le prebende o a scegliere la via dell’assoluta trasparenza. Tutti, o quasi, diranno: “Queste proposte non sono politica, ma populismo”. E allora bisogna intervenire per decreto. C’è la necessità e ce n’è l’urgenza. La riforma del titolo quinto della costituzione, quello sull’autonomia delle Regioni, lo impedisce solo in parte. Come ha spiegato su questo giornale web il presidente emerito della Consulta, Valerio Onida, l’esecutivo può fissare “un tetto di spesa per i consiglieri regionali”.
Monti, se non vuole passare alla storia come il liquidatore fallimentare della Repubblica Italiana (cosa che cominciamo sempre più a sospettare) il decreto lo faccia adesso. E che il limite stabilito sia bassissimo. Altrimenti, domani, nella disgregazione dello Stato, non lo potrà fare più nessuno."
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/25/regioni-per-partito-dei-ladri-arriva-piena/363056/

lunedì 3 settembre 2012

Non solo Draghi e Monti.


I TEDESCHI hanno la guardia alta e la memoria lunga con tutti.
Naturale, quindi, che a cinque anni esatti dallo scoppio della bolla dei mutui concessi senza garanzie reali, i cosiddetti subprime, che sono stati la causa remota della crisi che stiamo vivendo ancora oggi, il quotidiano economico tedesco Handelsblatt nei giorni scorsi sia andato a vedere che cosa fanno oggi “i piromani” che hanno dato fuoco alle polveri della crisi del debito. Stanno ovviamente tutti bene e nessuno passa le proprie giornate in galera.
Vale comunque la pena ricordare i loro nomi e le loro facce, perché gran parte della colpa di quanto sta accadendo ora è proprio di questi signori.

Richard Fuld Conosciuto tra gli addetti ai lavori come “il Gorilla di Wall Street”, l’ex ad di Lehman Brothers ancora non si capacita come mai il governo di Washington abbia lasciato fallire solo la “sua” banca: “Da quando è successo, mi chiedo come mai abbiano lasciato cadere solo me”, dice a proposito del più grande fallimento nella storia delle bancarotte mondiali che nel settembre del 2008 ha dato inizio alla crisi finanziaria globale.
Sotto la guida di Fuld, che nel corso della sua carriera presso la banca d’affari americana ha incassato compensi per complessivi 500 milioni di dollari, Lehman Brothers si concentrò sull’acquisto di mutui subprime – cioè associati a garanzie basse o nulle dei debitori – e sulla loro successiva rivendita, non prima però di averli impacchettati in “obbligazioni salsiccia”, le famose Mortgage Backed Securities (Abs) che una volta diffuse hanno infettato buona parte della finanza globale. Dopo il 15 settembre 2008, Fuld ha lavorato per l’hedge fund Matrix Advisor, uno dei tanti “fondi locusta”, come sono stati comunemente ribattezzati quei fondi d’investimento che operano con l’obiettivo di spremere valore da una società per poi uscire e andarsene a cercarne un’altra per ricominciare il ciclo. Come le locuste, appunto.
Successivamente Fuld è passato per Brokerhaus Legend Securities, da cui ha dato le dimissioni all’inzio di quest’anno. Intanto ai creditori Lehman arriveranno circa 65 miliardi di dollari, contro richieste per oltre 300 miliardi.

Maurice “Hank” Greenberg A lungo amministratore delegato di Aig, allora la più grande assicurazione al mondo, Greenberg trasformò la compagnia nella maggior emittente di Credit default swap (le assicurazioni contro il crack di una società o di uno Stato), un’attività molto redditizia fino al crollo di Lehman Brothers.
Dopo il fallimento della banca d’affari, di Aig non rimase che un mucchio di macerie, il cui salvataggio allo stato americano è costato 180 miliardi di dollari. Oggi Greenberg lavora per la società di private equity CV Starr & Co, il cui nome viene dal fondatore di Aig, Cornelius Vander Starr.

Stan O’Neil L’ex amministratore delegato di Merrill Lynch ha fatto lievitare gli utili della banca d’affari americana puntando sui derivati legati ai subprime, ovvero strumenti speculativi basati su crediti di dubbia qualità. Nel giugno del 2006 ne aveva a bilancio per ben 41 miliardi di dollari.
Quando il castello di carte è crollato, Merrill Lynch è stata salvata da Bank of America sotto la regia della Federal Reserve e del governo di George W. Bush.
Noto perché aveva al suo seguito alcuni bodyguards il cui unico compito era quello di chiamargli l’ascensore, Stan O’Neil ha lasciato Merrill Lynch con una buonuscita di 160 miliardi di dollari e oggi siede nel consiglio di amministrazione di Alcoa, il gigante Usa dell’alluminio che in Italia sta facendo molto parlare di sé per la dismissione dell’impianto sardo dopo aver ricevuto, in 15 anni, 3 miliardi di aiuti dallo Stato italiano.

Adam Applegarth Nel settembre del 2007 nel centro di Londra si assiste a una scena che non si verificava da circa un secolo in Gran Bretagna: lunghe file di persone attendevano davanti alle filiali di una banca per ritirare i propri risparmi.
La banca era la Northern Rock e il suo amministratore delegato Adam Applegarth.
Il banchiere dovette rassegnare le dimissioni del dicembre dello stesso anno. La sua decisione di puntare tutto sui mutui aveva in un primo momento fatto crescere esponenzialmente gli utili della società (e di conseguenza i bonus dei banchieri) ma nel lungo periodo portò alla catastrofe. La Northern Rock fu nazionalizzata. Applegarth è prima passato in forza del fondo hedge Apollo Management per poi dedicarsi alla Beechwood Property Management, società specializzata nella gestione immobiliare, fondata assieme al figlio Greg.

Fred Goodwin Proprio quest’anno l’ex amministratore delegato di Royal Bank of Scotland, Fred Goodwin, ha subito l’onta di vedersi revocato il titolo di Sir, la più ambita onorificenza inglese. Un incidente di percorso che condivide con il dittatore dello Zimbabwe, Robert Mugabe, ed altri grandi criminali.
Goodwin, che si è anche guadagnato il titolo di “peggior banchiere del mondo”, ha portato fino alla nazionalizzazione un gigante come Royal Bank of Scotland, affossandone i bilanci sia con le speculazione sui mutui di dubbia qualità sia con una sconsiderata politica di acquisizioni: pagò l’istituto olandese Abn Amro 100 miliardi di dollari.
Goodwin ha iniziato a percepire la pensione a 50 anni con un incasso annuale di 703mila sterline (pagate da Royal Bank of Scotland), poi dimezzato nel 2009 in seguito alle polemiche suscitate dal caso. Dopo il licenziamento dall’istituto britannico ha prestato per breve tempo servizio presso RMJM, il più grande studio di architettura di Edimburgo. Durante la sua permanenza presso la società sono stati licenziati 80 dipendenti.

Kathleen Corbet Fino al 2007 presidente di Standard & Poor’s, la Corbet ha dato un significativo contributo alla truffa dei mutui subprime assegnando il rating più alto (AAA) alle salsicce ABS, che potevano così essere vendute come se fossero prive di rischi. Tanta generosità da parte della Corbet non era disinteressata: le banche che vendevano gli ABS pagavano Standard & Poor’s per avere il rating e, come si suol dire, “il cliente ha sempre ragione”.

Oggi lavora per una piccola banca d’investimento che si occupa di progetti nel settore dell’energia.

Alessandro Profumo Amministratore delegato di Unicredit dal 1998 al 2010, è stato il più internazionale dei manager italiani. Non solo ha portato Unicredit quasi al fallimento con la sua strategia di acquisizioni (la più avventata è stata quella di Capitalia realizzata senza fare neanche una due diligence, cioè un’approfondita analisi dei bilanci della banca romana), ma ha introdotto in grande stile in Italia le peggiori pratiche di moda all’estero: la vendita di derivati alle società e agli enti pubblici che non ne avevano assolutamente bisogno e la frode fiscale con il cosiddetto schema “Brontos”, per il quale è stato rinviato a giudizio dal Tribunale di Milano. Nella sua carriera in Unicredit, Profumo non si è neanche fatto mancare la vendita di titoli Parmalat e Cirio e di bond argentini ai correntisti alla vigilia dei rispettivi crack.

Dopo aver incassato da Unicredit una buonuscita da 40 milioni di euro, nonostante la banca di Piazza Cordusio abbia dovuto effettuare tre aumenti di capitale in tre anni, Profumo è ora alla guida del Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca al mondo in procinto di essere nazionalizzata a causa del suo dissesto finanziario.

Gordon Brown L’allora primo ministro inglese, poco prima dello scoppio della crisi dei subprime, disse che i banchieri avrebbero portato a Londra “una nuova età dell’oro”. Per convincere le banche straniere a spostarsi nella capitale inglese, Brown si impegnò affinché le tasse fossero basse e la regolamentazione del settore ridotta al minimo. Oggi Brown lavora per delle organizzazioni che combattono la povertà infantile.

Bill Clinton Ricordato dai più per le sue sedute nello studio Ovale con Monica Lewinski, l’ex presidente degli Stati Uniti ha assestato un uno-due micidiale alla regolamentazione del settore bancario.
Prima ha rivisto il Glass-Steagall-Act, che impediva alle banche di usare i risparmi dei loro clienti per investimenti rischiosi (la cosiddetta separazione fra le banche commerciali e quelle d’affari), in un secondo momento ha varato il Commodity Futures Modernization Act, che conteneva una deregolamentazione dei derivati e in particolar modo dei Credit Deafult Swap. Oggi il marito di Hilary Clinton è un richiestissimo conferenziere e consulente di grandi imprese.

Alan Greenspan Ha guidato la Federal Reserve dal 1987 al 2006 (quando gli è subentrato Ben Bernanke) e sotto la sua presidenza il mercato dei derivati è diventato un mostro finanziario.
Con la sua politica di tassi bassissimi, unita a uno scarso controllo del sistema bancario, Greenspan ha favorito la creazione della bolla dei mutui subprime. Lui stesso, in un’audizione presso il Congresso Usa nel 2008, ha ammesso di aver fatto degli errori.
Oggi colui che prima del 2007 veniva chiamto il “Maestro” è un consulente molto ben pagato da Picmo, uno dei più grandi gestori di fondi al mondo. Anche Deutsche Bank e il gestore di hedge fund John Paulson si sono serviti dei suoi preziosi consigli.

venerdì 4 maggio 2012

AULIN = LA GRANDE TRUFFA....


Informazione - Illuminiamo le Coscienze
Lo strano caso dell’Aulin


UNA DELLE MOLECOLE coinvolte nell’inchiesta della procura di Torino è la nimesulide, meglio nota con il nome del farmaco che per primo ha utilizzato questo principio attivo, e cioè l’Aulin. «La nimesulide appartiene alla categoria degli antinfiammatori non steroidei, i cosiddetti FANS. È stata scoperta negli anni Ottanta da una casa farmaceutica americana, che non ne ha completato il processo di sviluppo a causa del suo elevato livello di tossicità – a parità di risultati terapeutici – e l’ha abbandonata a favore di altre molecole. Ma anche nel mondo dei farmaci esistono i becchini, società che acquistano molecole-scarto e ne tentano la registrazione, e questa è stata la sorte della nimesulide, che è passata di mano in mano per arrivare infine alla Roche, che ne ha ottenuto la registrazione col nome di Aulin»..

L’AULIN NON E’ MAI STATO AUTORIZZATO

negli Usa, in Giappone, in Germania e in Gran Bretagna, i mercati più importanti per i prodotti farmaceutici. È stato invece registrato in Italia, dove consegue circa l’80% del suo fatturato globale, in Francia, Spagna, Irlanda e Finlandia. Il foglietto illustrativo del farmaco è chilometrico, e fra gli effetti collaterali ritroviamo reazioni epatiche gravi, inclusi alcuni rarissimi casi di decesso; lesioni epatiche, reversibili nella maggior parte dei casi, dopo un’esposizione anche breve al farmaco; emorragie, ulcere o perforazioni gastrointestinali. La nimesulide è sconsigliata ai pazienti con insufficienza renale o cardiaca, perché può danneggiare la funzionalità renale; e può ridurre la fertilità, per cui non è consigliato alle donne che cercano una gravidanza, alle donne che hanno difficoltà a concepire, e a quelle che vengono sottoposte ad accertamenti per infertilità. «La microtossicità della nimesulide è risultata chiara fin da subito, e questa è la ragione per cui la società che l’aveva scoperto non ha giudicato interessante completarne lo sviluppo, tanto più che l’efficacia del principio attivo è inferiore a quella di molecole concorrenti, come l’ibuprofene o il paracetamolo».

NEL 2002

i prodotti a base di nimesulide sono stati ritirati dal commercio in Finlandia e in Spagna (109 casi di reazioni avverse, due trapianti di fegato e un decesso), e dal 15 maggio 2007 anche l’agenzia del farmaco irlandese ne ha sospeso la vendita, a seguito della segnalazione di sei casi di insufficienza epatica grave che hanno reso necessari altrettanti trapianti di fegato.Eppure, nel nostro Paese e per molto tempo, l’Aulin è stato addirittura considerato un farmaco Otc (Over the counter), cioè vendibile senza necessità di ricetta medica. Giovanni Mathieu, presidente della Associazione dei medici internisti, lancia l’allarme: “Per molto tempo la nimesulide ha goduto della fama di un farmaco non molto rischioso, ma ogni anno noi medici internisti osserviamo un numero abbastanza preoccupante di pazienti che subiscono danni epatici e dell’apparato gastroenterico causati proprio da questa molecola”.

L’AIFA

replica prontamente: dopo un processo di revisione dei dati esistenti durato due anni, il Comitato scientifico (CHMP) dell’Emea (Agenzia europea del farmaco) ha stabilito che il profilo beneficio/rischio della nimesulide è positivo e in linea con quello degli altri farmaci della stessa classe e ha confermato il mantenimento della registrazione del prodotto in tutti gli Stati membri, pur restringendone le indicazioni terapeutiche e aggiungendo altre controindicazioni nel riassunto delle caratteristiche del prodotto.

Di verifiche e studi per appurarne la reale pericolosità non se ne parla, solo un attento monitoraggio. Come mai? La risposta è in un filmato di due minuti girato da un regista con le stellette e finito sui tavoli della procura di Torino, in cui un mediatore passa una mazzetta a Pasqualino Rossi, vicedirettore dell’Aifa e – guarda caso – rappresentante italiano all’Emea CHMP, per lasciare tranquillo l’Aulin. «Ai tempi d’oro, il fatturato dell’Aulin arrivava a 40 milioni di euro, il che significa circa 35 milioni di margine in tasca alla Roche, perché i costi di produzione sono bassi e la ricerca è stata fatta da altri».


Cosa tutela dunque l’Aifa: la salute pubblica o il giro d’affari privato?

fonte : http://www.rivistapaginauno.it/

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AULIN (Nimesulide): Spagna, Finlandia e Irlanda lo vietano, l’Italia lo ‘lascia tranquillo’



COME PUÒ ESSERE CHE UN FARMACO IN SPAGNA venga ritirato dal commercio per i suoi gravi effetti collaterali e in Italia venga prescritto talmente tanto da farne il suo primo mercato mondiale?

Il caso del nimesulide (principio attivo molto noto col nome di Aulin o Mesulid) è emblematico delle “stranezze” del mondo dei medicinali. Nel 2002, Spagna e Finlandia lo ritirano dal mercato per sospetta tossicità epatica. Cinque anni più tardi, l’Irlanda si accoda, dopo che sei pazienti sotto Aulin sono stati costretti al trapianto di fegato per grave insufficienza epatica.

In mercati ghiotti come Giappone e Stati Uniti per il principio attivo non è stato nemmeno mai richiesta la registrazione.

In Italia di tutti questi dubbi non c’è traccia. Tanto che il nostro Paese consuma il 60% della produzione mondiale di nimesulide.

Perché mai l’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) non si è allarmata come le agenzie spagnola, irlandese e finnica? Per molto tempo ha ripetuto che, se correttamente assunto, i benefici del medicinale sono superiori ai rischi. Però, un paio d’anni fa, da un’inchiesta del pm Raffaele Guariniello, è spuntato un filmato che ritraeva il numero due dell’agenzia, Pasqualino Rossi, mentre riceveva una mazzetta da un mediatore di una casa farmaceutica per “lasciare tranquillo” l’Aulin.

fonte : http://www.informasalus.it

Redatto da Pjmanc http://ilfattaccio.org

giovedì 12 aprile 2012

sono un prodotto commerciale.......

sono un prodotto commerciale ,sto in alto sulla destra
assieme a l'acqua minerale
me ne sto zitto e muto e rimango nell'attesa
che una mano venga e mi infili nella spesa
qualcuno legge male l'etichetta
e mi appiccico su un culo e faccio la salvietta
sono l'uomo in scatola già pronto
chiedete alla cassiera e vi farà lo sconto
ormai siamo a migliaia ,nei grandi magazzini
pagati sempre meno da squallidi aguzzini
strappati a quattro soldi,dall'orto del villano
prodotto interno lordo del solito kaimano
eppure a me sto fatto mi pare molto strano
pensare in una scatola mentre tutti se ne vanno
in giro per le strade
a fare un gran bacano e a dirlo in faccia al mondo che
sai... dov'è l'inganno
voglio lasciare anch'io il mio codice barrato
voglio uscire fuori senza essere pagato
posso riavere in dietro la mia faccia? vi ho già venduto al metro le mie braccia.
E come per miracolo di me si perse traccia ,nessuno col carrello che mi dava più la caccia
nessuno se nè accorto al palinsesto, sui muri non c'è più il mio manifesto
non sono negli annunci del giornale ,e questo è proprio un fatto eccezionale
mi cerco nella borsa di un cliente ,tra il latte e tra i biscotti non c'è niente
non sono con le scatole di sale ,non vedo più il mio marchio originale;
che strano non son più nello scaffale .. son sempre a prezzo pieno?
o stò a prezzo speciale.?......può darsi che son solo'' andato a male''

venerdì 2 marzo 2012

Bersani sulla luna

Achille Conforti
"Da Santoro Bersani ha fatto una figura squallida e miserevole, stentavo a credere vera. Sembrava uno che faceva la parodia di se stesso.
Ha dimostrato di non capire nulla e di essere lontanissimo anni luce non solo dal problema della Val di Susa ma da qualunque problema della democrazia italiana o del paese reale, perso in un limbo fuori dalla realtà e attaccato solo alla sua poltrona. Mi meraviglio che un partito che pretende di essere il primo d'Italia abbia un simile soggetto come segretario.
E mi meraviglio che ci sia ancora un 29% di italiani che lo votano un partito simile, si vede che la loro intelligenza è più bassa ancora di quella di Bersani.
Io ho votato lungamente i partiti che hanno preceduto questo Pd,ma dopo Berlinguer mi sono fermata e ho assistito con terrore a una caduta continua e oggi non so proprio più a sx di cosa questo Pd intenda situarsi.
Tutto il suo intervento è stato su 3 punti: ci sono dei terroristi che scrivono sui muri (?!) e il No Tav è tutt'uno con le Brigate Rosse (le Brigate Rosse?!); i partiti non si toccano,guai a chi si permette di toccare l'attuale potere partitico! (ma con che faccia? Con che faccia si permette di dire questo con la classe politica più corrotta e peggiore d'Europa che ci ha totalmente rovinati); guai a chi si permette di fare insinuazioni sulla mia onestà! (ma guai cosa? Imbesil.
L'onestà si dimostra,non si impone!).
Perfino la mia nipotina di 4 anni avrebbe fatto un discorso migliore.
Veramente mi cadono le braccia.
Non so come abbiano reagito in ValSusa a sentire discorsi simili ma per me Bersani può anche andare a farli sulla luna, visto che è lì che vive.
Se i partiti sono questi, licenziamoli con l'obbligo di non ripresentarsi mai più!"

mercoledì 1 febbraio 2012

L'INVOLUZIONE DELLA SPECIE


RIFLESSIONI :
I leghisti, moderno stereotipo degli italiani d'oggi
Perché il Carroccio assomiglia sempre più alla caricatura di se stesso.
di Massimo Del Papa


I più italiani di tutti sono i leghisti.
Nella doppia morale, nell'incoerenza, nell'opportunismo anche sbracato.
Eccoli di nuovo in piazza, all'ombra del Duomo di Milano, a inscenare una gazzarra degna dei tempi d'oro, anche se ancora più surreale.
Il perché è presto detto: sono stati estromessi dal potere, da quel potere romano nel quale hanno via via prosperato, nei ministeri, nelle nomine degli enti, nelle banche, nella spartizione lottizzatoria, nell'andazzo nazionale.BOSSI CHE AMMONISCE BERLUSCONI.
Ma adesso senza “Roma ladrona” si sentono perduti e par d'avere le allucinazioni nel sentire Umberto Bossi che ammonisce Silvio Berlusconi, da lui stesso tenuto in piedi nell'ultimo decennio. Certo, sappiamo che la politica è l'arte del possibile, della tattica, quello che va bene oggi può diventare una macchia da ripulire domani (per poi magari ritornare una volta di più sui propri passi: non è quello che ha fatto Bossi con l'alleato, poi divenuto Berluskaz e quindi tornato partner di ferro).SALVARE ALMENO LE APPARENZE.
Però est modus in rebus: qui non si salvano neppure le apparenze, l'improntitudine della sceneggiata leghista travolge tutto, anche la logica, anche gli stessi princìpi d'identità e di non contraddizione.
L'arduo tentativo di rifarsi una verginità politica a tutti i costi

Con chi se la piglia oggi la Lega?
Come fa a pretendere di rifarsi una verginità latrando alla luna, dopo i persistenti bunga bunga con l'uomo di Arcore? Gli “hardcore fans”, gli entusiasti a qualsiasi prezzo, hanno mandato giù la frantumazione del partito in correnti di sottopotere, la snaturazione di ogni premessa, il rinnegamento di qualsiasi promessa, l'emergere di una nomenklatura avida e interessata, il salvataggio di uno come Nicola Cosentino, le faide interne che ancora sbraitano «secessione, secessione», come 25 anni fa.UN PARTITO PER RISOLVERE I PROPRI PROBLEMI. Nessuno è sfiorato dal sospetto che Bossi possa anche essersi inventato simili sirene per sistemare se stesso e la famiglia, fondando, in modo non dissimile dal Cavaliere, un partito per risolvere i suoi problemi, da lasciare in eredità ad un figliolo detto “il Trota”.
SE CRITICARE VUOL DIRE RINNEGARE. Urla, maledizioni, bestemmie contro il Tricolore e contro Roma capitale d'Italia. Lo stesso Paese governato o sgovernato fino a ieri. Cosa hanno fatto i leghisti nella loro lunga stagione di potere? Cosa hanno cambiato, dove hanno mantenuto i fieri propositi e dove invece li hanno accantonati per tirare a campare secondo la più mortificante realpolitik democristiana?
Prendeva uno stordimento, una vertigine a vedere sotto le guglie del Duomo gli stessi, vestiti di verde, che imprecavano, che minacciavano gli stessi palazzi, le stesse “cadreghe” occupate fino a poche settimane fa.
UN'INSENSATA PACCOTTIGLIA MITOLOGICA. E gli esagitati sotto al palco che ancora rispondono, che rispolverano l'Alberto da Giussano, ricavato da una marca di biciclette, la sacra ampolla del Grande Fiume, il dio Eridano e tutta la paccottiglia mitologica sulla quale si è retto per un quarto di secolo questo incredibile partito, che una volta entrato nella stanza dei bottoni è stato il più verace, il più tipico di tutti nella sempiterna arte di durare.
Partito oggi dissestato non tanto da Roma ladrona ma da se stesso, dai tipici vizi del potere romano, per dire nazionale dalle Alpi a Capo Passero. Con antitaliani come questi, chi ha bisogno di arcitaliani?
Lunedì, 23 Gennaio 2012
Saverio Tommasi alla scoperta dell'ultima Tribù: Lega Nord in piazza a Milanowww.youtube.com
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COMMENTI:
Mara Verzilli Buongiorno Adina, viva i veneti intelligenti, questi ignoranti non vi rappresentano! Credo che farò una nota con i commenti di tutti i miei amici veneti che si dissociano,ho scoperto non piacere che sono tanti!

Adina Agugiaro ciao mara, non sono veneti questi, sono padan- celti: una razza che nessuno di noi conosce, ha mai studiato e neppure rappresentato nella commedia dell'arte. debbono essere caduti per terra dei frammenti sub- umani a qualche migrazione barbara ; che poi si sono autoriprodotti secondo modalità ignote alla scienza ufficiale


  • Ivana Mondoni ·
    L'involuzione della specie.

giovedì 15 dicembre 2011

servizio pubblico




martedì 13 dicembre 2011



Achille Conforti:
Celentano e Libero. Vorrei dire due parole su Adriano Celentano e su Libero. Adriano è venuto in un quartiere periferico di Genova, al Cep, per una serata di beneficenza per l'alluvione. Ha partecipato senza chiedere alcun compenso come anche Paoli, Don Gallo, Antonacci. I giornali e le televisioni hanno ignorato l'evento. Adriano è venuto per dire due parole e tre silenzi (lui parla soprattutto c...on i silenzi), ma poi non è riuscito a dire di no a Don Gallo e al pubblico e ha cantato un paio di canzoni, improvvisando. Libero ha intitolato "Il Molleggiato non salta più... Solo mille a sentire Celentano". "A Genova il concerto pro-alluvionati si trasforma in un flop per Adriano: a sentirlo cantare dopo 16 anni ci vanno in pochi". Se incontrate un lettore di Libero ditegli di smettere. Dopo si sentirà subito meglio. (Beppe Grillo)