martedì 10 agosto 2010

PULCINELLA E LA FUGA DEI CERVELLI.

‎"Ma che paese è mai questo???
dove gli unici ad avere speranza....
...... sono chiamati disperati !!!!



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PULCINELLA



SI VORREBBE TRASFERIRE IN SCOZIA...

DIVENTARE UN PULCINELLA DI MARE.....




Qui non si puo' campare..

e' il paese del malaffare..

e ci vogliono anche mettere il collare ..

farci stare zitti e collaborare ....

Invece io sono giustizialista

e voglio che che si liberi la pista

per andare sereno a svolazzare ..

li dove nessuno mi puo' disturbare

lontano da nanetti e ballerine

lontano da discariche e latrine
.




I SENZA FUTURO ..........


«Volo precario», un dramma sui giovani che rivogliono il loro futuro

Tra Laura e il Signor Lui ci passeranno cinquant’anni, forse più. Un tempo lungo che avvolge la vita e le scaraventa contro le fatiche di ogni giorno e alla fine lascia amarezza e paura. Laura in realtà è Francesca, una ragazza che s’arrangia nel lavoro. Il Signor Lui è Alpo, un vecchino che ha la faccia di uno che ne ha viste abbastanza. Sono, tutti e due, cittadini-attori del Teatro Povero di Monticchiello e ogni sera, insieme a decine di altri compagni d’avventura, alle 21.30 in punto lasciano le loro case e salgono sul palco per recitare la loro vita. E lì, su quelle assi di legno sistemate nello scenario della Piazza della Commenda, va in scena il miracolo della Val d’Orcia: raccontare il mondo partendo dal proprio mondo.

Nessun attore professionista, tutta gente che fa lavori normali e che di giorno incontri nei vicoli. Sono ormai quarantaquattro anni che è così e ogni anno il mistero si rinnova. Il teatro è il paese, il paese diventa teatro, in un rimando tra realtà e finzione che è in fondo l’originalità di questa bella storia toscana. Non aspettatevi evasione, i piedi sono piantati per terra. Anche quest’anno polvere e sudore entrano in scena con quella leggerezza che solo chi conosce la vita può permettersi. Il tema è duro: il precariato. Volo precario è lo spettacolo che va in scena dal 24 luglio e chiuderà sabato 14 agosto a Monticchiello. Dentro c’è il dramma dei giovani, quelli che vivono part-time, vanno e vengono da un call center all’altro e hanno paura del futuro. In fondo, precario è tutto il loro mondo. Precaria è la vita. Sono storie che incontriamo in ogni angolo d’Italia ma sono travolte da una politica che troppo spesso si perde dietro alle formule magiche o alle filosofie dei cieli azzurri e luminosi.

Due mondi, quasi incomunicanti. Quanti ce ne sono, come nella scena, di ragazzi che per tentare di sopravvivere alla crisi scelgono la convivenza? Giovani coppie che dividono la stessa casa, lo stesso bagno, la stessa cucina? Quei ragazzi emozionati sul palco sono fratelli di tanti ragazzi senza orizzonte. «Tagli da tutte le parti! Tagli? Amputazioni, altro che tagli! Che disastro...», urla Barbara. Loro si difendono vivendo insieme, ma c’è anche chi come Laura non ce la fa più nemmeno a sostenere una casa divisa e decide di tornare a vivere con i genitori. Qualcuno li ha chiamati bamboccioni. Sono arrabbiati, questi giovani. Vedono che gli stanno togliendo qualcosa di bello. Che fare? Ribellarsi, dice Angelo, ultimo arrivato nella casa. «Invece di accontentarsi o di ridursi a mangiare alla mensa dei poveri» è più giusto protestare. Come? Salire sui tetti. Sui tetti? «Sì bisognerebbe restare lassù anche a costo di provocare uno sconquasso nella società intera, un vero terremoto, magari...».


Ma non è facile salire sui tetti. Perché non tutti sono d’accordo, perché i genitori sono preoccupati e non vogliono che si facciano «scemenze». Perché il Potere vigila e reprime. Il Potere, cinque corvi che danno voce al Padrone. Piombano sulla scena con la loro legge ad personas. «Articolo uno, nessuno può salire sui tetti. Articolo due, saranno aboliti gli abbaini. Articolo tre, chi sale sui tetti viola lo spazio aereo». Il geniale regista, Andrea Cresti, ci regala qui uno dei momenti più tesi: lo scontro tra il popolo e il Potere, tra i giovani che vogliono vivere liberi e il Potere che opprime. È uno scontro duro, nel quale i cinque corvi si impongono con protervia e nel farlo distruggono le parole: la corruzione diventa cozurione, runecuzio e persino ziorrucone. I ragazzi sembrano sul punto di soccombere. Ma avviene l’imprevisto: la rivolta si allarga. Arrivano i vecchi contadini che ricordano le loro battaglie, la difesa della terra, le marce della fame, gli scontri con la polizia al Ponte dell’Orcia. E’ la memoria che porta coraggio. «Noi siamo nati per vivere con la dignità che meritiamo», dice con tono duro un popolano interpretato dal bravo Paolo Del Ciondolo. «È la potenza del nostro passato che ce ne dà la forza».

C’è tensione. La scena è immobile. Poi appare il signor Lui che getta scompiglio tra i signori del Potere. E quando intona la vecchia «Bandiera rossa» i corvi barcollano. È la svolta: i ragazzi riprendono coraggio, sanno di non essere più soli. E tentano il volo, l’assalto ai tetti. Accompagnati dal vecchino che fa ronzare un elicottero di legno davanti agli occhi dei prepotenti. Volare è possibile. Un dramma autentico con un finale che ricorda Miracolo a Milano, il film di Vittorio De Sica e Cesare Zavattini. Un soffio di speranza: quel volo sui tetti ha il sapore dell’utopia, è quasi un grido nella desolazione di oggi. Il pubblico apprezza. Applaude quando Alpo canticchia «avanti popolo», è teso quando lo scontro con il potere assume toni drammatici, batte le mani quando i ragazzi impugnano le scale per salire sui tetti e l’elicottero volteggia. Ma fuori, oltre la piazza, giù nella valle fin dentro le case d’Italia però il pessimismo resiste. E anche loro, gli attori, se sono contenti del lavoro su cui hanno faticato sin da gennaio, sentono che manca qualcosa nella vita vera: di fronte a un Potere che si sta sgretolando manca il volo che porta aria fresca. Quel volo che unendo passato presente potrebbe ridare fiducia. Un sogno? Forse no, basterebbe mettere insieme tutti gli Alpo e le Francesche d’Italia. Anziani e giovani che hanno la voglia di un’altra storia. Che aspettiamo?

http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=102230

AP